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giovedì 25 luglio 2013

palazzo della mercanzia camera di commercio


Palazzo della Mercanzia, in stile gotico, su costruito nel XIV secolo, sul luogo sul quale un tempo era sita la vecchia dogana. A progettare la struttura fu l’architetto Antonio di Vincenzo, progettista di altri importanti edifici bolognesi. Il monumento ha ospitato il Foro dei Mercanti e la sede di qualcuna delle corporazioni cittadine. L’edificio fu molto importante per l’economia cittadina. Il bellissimo terrazzino con baldacchino, ed i pilastri, sono opera di Giovanni e Pietro di Giacomo, noti anche come dalle Masagne. Oggi Palazzo della Mercanzia è sede della Camera di Commercio di Bologna. Da vedere sono l’atrio e la Sala Consiliare.

palazzina della viola



La Palazzina della Viola fu fatta costruire da Giovanni II Bentivoglio per il figlio Annibale. La Palazzina è nota per le viole che fiorivano nei prati del giardino. Il monumento ha pianta quadrangolare. I tre prospetti sono alleggeriti da un duplice loggiato, le cui preziose decorazioni, realizzate nel XVI secolo, sono opera di Innocenzo da Imola. Di interesse è il salone del primo piano, affrescato da Prospero Fontana. Molto belle sono le scene con le storie dell’imperatore Costantino e Papa Silvestro. I putti del fregio nello stesso salone sono sati realizzati dal Nosadella. La Palazzina della Viola, nelle descrizioni dell’epoca, viene descritto soprattutto per gli esterni: il profumo di maggiorana, timo e salvia era intenso e piacevole, come lo era anche quello delle siepi di rose bianche e rosse e delle piante di lavanda. Nel 1540 la Palazzina divenne un collegio per gli studenti piemontesi, mentre nel 1803 ospita la facoltà di Agraria della locale università, con un bellissimo orto botanico.

museo civico medievale



Il Museo Civico Medievale è sito all’interno del Palazzo Ghisilardi Fava. Le sale che compongono l’edificio riuniscono opere appartenenti a collezioni che coprono il periodo medievale, fino al XVII secolo. Molto importante è la raccolta del marchese Cospi, summa enciclopedica di mirabilia naturali e artificiali. Da vedere è anche la raccolta di armi del generale Marsili. Degno di nota è anche il fondo Palagi. Le opere che costituiscono la collezione del Museo Civico Medievale testimoniano la vita medievale bolognese. Sono esposti, infatti, manufatti di uso comune, ed una statua di Bonifacio VIII in lastre di marmo dorato, realizzata da Manno Bandini da Siena. Di interesse è anche il grande piviale di manifattura inglese, con storie di vita di Cristo e della Vergine. Il documento è sito accanto al monumento a Bonifacio VIII. Molto belli sono anche gli avori francesi ed italiani, i preziosi vetri di Murano, e le armi, tutti esposti nelle sale del Palazzo Ghisilardi Fava. Alcune sezioni del percorso museale sono dedicate all’arte della scultura bolognese in bronzo, ed all’arte della miniatura.

museo civico del risorgimento



Tra i percorsi museali più interessanti e suggestivi di Bologna bisogna ricordare senz’altro il Museo Civico del Risorgimento. L’ente è nato in seguito all’Esposizione Nazionale di Torino, nella quale il Comune di Bologna ha presentato vari oggetti e documenti, legati al mondo risorgimentale. La quantità e qualità dei reperti posseduti ha spinto verso l’istituzione di un museo del Risorgimento a Bologna. Il Museo Civico del Risorgimento di Bologna ha duplice scopo: educare in particolar modo i giovani agli ideali patriottici, ed offrire agli studiosi il materiale di studio. Il Museo, con il passare degli anni, ha acquisito nuovo materiale, coprendo anche altri periodi storici, in particolar modo la Resistenza. Gli spazi del Museo sono suddivisi in: Età Napoleonica, Restaurazione, Epopea Risorgimentale, Italia Unita, Bologna in Guerra.

mAMbo - museo d’Arte moderna di bologna



MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna, presenta una collezione permanente nella quale viene ripercorsa la storia italiana dal secondo dopoguerra ad oggi. Le collezioni esposte nel museo sono innovative, concentrate sulla ricerca e sulla sperimentazione. In questo modo MAMbo si configura come un ente che traccia le strade del contemporaneo. Ai fini della promozione di occasioni di riflessione, MAMbo collabora con importanti istituzioni culturali e accademiche. Il Museo d’Arte Moderna di Bologna è sito all’interno del distretto della Manifattura delle Arti. Diverse sono le sedi che compongono il complesso museale, tra cui Villa delle Rose, Museo per la Memoria di Ustica, Museo Morandi e Casa Morandi. La sede principale del MAMbo è l’ex Forno del Pane. L’edificio è stato restaurato e consolidato. Da un lato si puntava ad avere spazi espositivi idonei a valorizzare opere d’arte all’insegna dell’innovazione. Dall’altro lato è stata conservata la struttura, nel suo impianto originario. Nella Sala delle ciminiere, infatti, sono stati conservati e valorizzati i camini del vecchio panificio. Il MAMbo nasce in continuità con l’esperienza della Galleria d’arte Moderna di Bologna, aperta nel 1975 nella sede disegnata da Leone Pancaldi

complesso di san michele in bosco



Il Complesso di San Michele in Bosco è tra i più noti di Bologna. La struttura, sita a ridosso del centro storico, comprende la Chiesa di San Michele in Bosco ed il convento degli Olivetani. Il convento fu acquistato dal chirurgo Francesco Rizzoli, nel XIX secolo, e donato alla Provincia di Bologna, per trasformarlo in un centro specializzato in ortopedia.. L’attuale chiesa risale ad un periodo successivo al 1430. Fu sostanzialmente terminata nel 1523. la facciata, rinascimentale, è stata realizzata da Biagio Rossetti. Il portale è opera del Peruzzi. L’interno dell’edificio sacro è a navata unica. Le cappelle laterali sono quattro. Il presbiterio è isolato da transenne. Il convento fu terminato nel 1539. Interessanti erano, senz’altro, le tre tavole dipinte dal Vasari per il refettorio. Gli originali di tali tavole sono andati persi, mentre se ne conservano delle copie. La caratteristica più originale del complesso è il chiostro ottagonale, disegnato dal Fiorini e affrescato dal Carracci.

giovedì 18 luglio 2013

La cattedrale di san Pietro



L’edificio sacro più importante di Bologna è la Cattedrale Metropolitana di San Pietro. Si hanno notizie della chiesa già nel 1028: era fiancheggiata da un campanile paleo romano, circolare in base. Distrutta da un incendio, la chiesa venne ricostruita nel 1184. Nel XVI secolo la Cattedrale di San Pietro venne restaurata in modo particolarmente invasivo, tanto che le volte crollarono. L’edificio, così come possiamo ammirarlo oggi, risale al XVII secolo. Di interesse sono alcune delle opere d’arte custodite dall’edificio: l’annunciazione di Ludovico Carracci, la Crocifissione in legno di cedro, realizzata in periodo romanico, un gruppo scultoreo raffigurante Cristo morto con le Marie piangenti, opera di Alfonso Lombardi. Il campanile a base circolare è l’unico elemento architettonico della struttura che non fu mai distrutto. Attorno ad esso, però, ne fu costruito uno nuovo, al cui interno oggi il visitatore può scoprire tracce di quello originale. Di interesse è il concerto di campane custodito nella torre campanaria.

la casa di giosuè carducci



Casa Carducci a Bologna è un organismo culturale di notevole interesse. Oltre a proporre un percorso museale, relativo alla vita ed al lavoro del poeta che l’abitava, Casa Carducci custodisce una serie di archivi culturali, appartenuti a poeti e studiosi del Novecento. L’Istituto è anche sede della Biblioteca dell’Archiginnasio. Casa Carducci è stata ricavata da una precedente costruzione sacra, sconsacrata in seguito al decreto napoleonico. L’edificio passò quindi nelle mani dei privati. Nel 1801 i proprietari furono Gioacchino e Giuseppe Stoffer Rubini, che modificarono in modo importante la struttura, per adattarla all’uso di civile abitazione. Il percorso museale proposto ai visitatori è particolarmente interessante: una scala a chiocciola conduce al piano superiore, nel quale si trova l’appartamento del poeta. Di interesse è il giardino memoriale, che accoglie il monumento al poeta.

i canali e il porto



Nei sotterranei di Bologna è presente una fitta rete di canali, utilizzati dall’età medievale per il rifornimenti idrici, l’energia idraulica, e per usi industriali. Il principale canale che attraversa il quartiere Porto è il Canale Reno, che scorre sotto a via Riva Reno, che si divide in due all’altezza di via Marconi: Canale delle Moline e Canale Cavaticcio. Canale Cavaticcio è importante in quanto alimenta la centrale idroelettrica di Largo Caduti del Lavoro. Il canale giunge all’antico porto, e prosegue fino al Canale Navile, dal quale un tempo si raggiungeva il Po. Negli anni Cinquanta del secolo scorso vennero tombati tutti i canali, nell’ambito di lavori di riqualificazione urbana. Attualmente è possibile vedere parte della fitta rete idrica bolognese: il Porto, all’altezza dell’area della Manifattura delle Arti, parte del canale Reno, l’inizio del Navile, ed il Canale delle Moline, in zona stazione.

La basilica di san domenico



La Basilica di San Domenico di Bologna è uno dei complessi monumentali di maggiore importanza, sia per la storia del luogo, che per la sua estensione. L’edificio custodisce, all’interno dell’Arca di San Domenico, i resti del santo, in un sarcofago decorato da Nicola Pisano. Il nucleo iniziale della Chiesa venne edificato nel 1238, modificato ed ingrandito nei secoli successivi. L’originale impianto romanico dell’edificio, elegante e sobrio con facciata a capanna, fu esempio stilistico per molti edifici sacri consacrati a San Domenico, in tutto il mondo. Interessante è il rosone traforato. L’intervento di maggiore rilievo fu eseguito ne 1727 da Carlo Francesco Dotti, che conferì alla struttura l’aspetto attuale. Particolarmente invasivo è stato l’intervento cromatico del 1844, che ha alterato l’equilibrio visivo costituito nel Settecento. L’interno della Basilica di San Domenico è suddiviso in tre navate. numerose sono le cappelle laterali. Di interesse, all’interno della Chiesa, nei pressi dell’abside, sono il coro ligneo di fra Domenico da Bergamo, e l’ancona con trittico di Bartolomeo Cesi. La Cappella di San Michele è ciò che resta del periodo gotico della chiesa. Di notevole interesse artistico sono le opere custodite all’interno del complesso religioso, realizzate da Michelangelo, Filippino Lippi, Guido Reni, Ludovico Carracci, il Guercino e Niccolò dell’Arca.

lunedì 15 luglio 2013

L' acquedotto della bolla



L’Acquedotto della Bolla di Casalnuovo di Napoli ha origine nella Casa dell’Acqua, anche nota come Dimora dell’Acqua. La Casa dell’Acqua ha l’aspetto di un torrino a pianta rettangolare; le testate d’angolo sono rafforzate da barbacani. La struttura è realizzata con muri in tufo sorretti da arcate. I locali al piano terra hanno copertura a volta a vela; gli ambienti al pianterreno servivano per la gestione delle chiuse. Mentre il prospetto al piano terra si presenta severo nella sua composizione geometrica, il primo piano è ingentilito da un succedersi di pieni e vuoti, costituiti dalle bucature delle finestre. La Casa dell’Acqua è di antica costruzione: alcune fonti attestano la presenza della struttura in epoche precedenti il XV secolo. Lo snodarsi dell’Acquedotto della Bolla nel territorio di Casalnuovo di Napoli ha origine in epoca greca o romana. La recente realizzazione di un nuovo acquedotto ha di fatto reso inutilizzata la Casa della Bolla.

La chiesa di santa maria d'Ajello



La Chiesa di Santa Maria d’Ajello di Afragola è tra gli edifici sacri più antichi in città. Le prime notizie relative alla struttura si hanno a partire dal 1130, nonostante la tradizione popolare voglia che la struttura sia stata fondata qualche decennio più tardi, durante la reggenza di Costanza d’Altavilla. Il terreno sul quale fu realizzata la chiesa apparteneva alla famiglia d’Ajello ed era in precedenza occupato da una cappella di ridotte dimensioni, intitolata al Presepe o a San Giuseppe. La cappella è stata inglobata nella costruzione, diventando una delle cappelle laterali. Alle origini la struttura si presentava a navata unica, con due cappelle laterali. La copertura era a capriate lignee. I lavori di ampliamento del monumento iniziarono nel 1583. In tale occasione furono realizzate le navate laterali e fu realizzato l’impianto decorativo dell’edificio sacro. Nel XVIII secolo furono effettuati nuovi lavori sull’impianto decorativo. La facciata principale è stata ultimata sul finire del Settecento, mentre il campanile, così come possiamo ammirarlo, è frutto di interventi del XIX secolo. Da vedere è la cupola maiolicata del campanile, realizzata nel 1847 da Luigi Farinari. La Chiesa di Santa Maria d’Ajello fu parrocchia di Afragola fino al 1356.

Castello di afragola

Il Castello di Afragola è sicuramente tra i monumenti da vedere in città. La struttura, documentata a partire dal 1492, fu realizzata dopo il 1420 su commissione della famiglia dei Capace-Bozzuto, detentrice del feudo di Afragola. Un’antica tradizione riporta che il Castello di Afragola fu residenza di Giovanna II d’Angiò. Alle origini il monumento si presentava come un quadrilatero circondato da un fossato. Quattro torri proteggevano il monumento. Nel 1571 il Castello di Afragola fu acquistato dall’Universitas, nel 1726 la struttura passò nelle mani di Gaetano Caracciolo, duca di Venosa. Sul finire del secolo il monumento fu impiegato per ospitare un orfanotrofio. Oggi il Castello di Afragola ospita una scuola dell’infanzia e primaria paritaria, gestita dal Comune di Afragola. Il Castello, in seguito ai numerosi interventi effettuati, non conserva nulla dell’antica struttura: tutte le caratteristiche tipiche del forte sono state rimosse per dargli l’aspetto simile a un caseggiato. Nella corte è ancora oggi possibile ammirare un affresco rappresentante la Vergine, un po’ sbiadito dal tempo.

la basilica di Sant'Antonio

Basilica di Sant'Antonio

Il Santuario di Sant’Antonio di Afragola, elevato successivamente a basilica pontificia, è stato realizzato nel 1613, assieme all’annesso convento dei frati minori riformati, dell’ordine francescano. Inizialmente la struttura era dedicata all’Immacolata Concezione, poi a San Francesco e in seguito a Sant’Antonio da Padova. Il monumento è stato edificato in stile barocco; gli interni sono interamente rivestiti in marmo. La struttura si sviluppa in tre navate; l’abside e le cappelle sono state realizzate sul lato sinistro. Il campanile esterno è di più recente costruzione (1915). All’interno della Basilica di Sant’Antonio di Afragola è custodito un crocifisso miracoloso, opera del frate Umile da Petralia. Molto bella è anche la statua lignea rappresentante Sant’Antonio da Padova. Un dipinto posto all’interno della sacrestia rappresenta l’apparizione di Gesù Bambino a Sant’Antonio. Gli affreschi che decorano il monumento sono opera di Vincenzo Severino, che li realizzò nel primo ventennio del secolo scorso. Di notevole interesse culturale e storico è la biblioteca presente all’interno del collegio serafico dell’adiacente convento

venerdì 12 luglio 2013

La Basilica di Santa Maria Maggiore



La Basilica di Santa Maria Maggiore di Santa Maria Capua Vetere è il più antico e importante edificio sacro in città. Le prime notizie relative al monumento risalgono al 432. La struttura ospitò la Sede Vescovile di Capua a partire dal Cinquecento, per diversi secoli. La Basilica di Santa Maria Maggiore fu teatro, nel 787, della stipula del trattato di pace tra Carlo Magno e Desiderio. Secondo la tradizione Desiderio promosse alcuni interventi alla chiesa; tra questi interventi bisogna ricordare la quinta e quarta navata. Nel XVI secolo il Presbiterio fu adeguato alle novità sancite dal Concilio di Trento; con l’occasione fu distrutto l’antico altare principale. Nel corso del secolo successivo fu aumentata la lunghezza della Basilica, inglobando nella navata l’atrio antistante le abitazioni dei Canonici. Altri importanti lavori di ristrutturazione furono effettuati nel XVII secolo, su commissione di Camillo e Antonio Melzi, entrambi arcivescovi. La Basilica di Santa Maria Maggiore assume l’aspetto odierno a partire dal Settecento, in seguito ad importanti lavori di consolidamento e ristrutturazione. All’interno della Basilica di Santa Maria Maggiore di Santa Maria Capua Vedere è possibile ammirare importanti opere d’arte.

Il famoso arco di adriano



L’Arco di Adriano di Santa Maria Capua Vetere è un importante arco di epoca romana. Noto anche con il nome di Archi di Capua o Arco Felice, l’Arco di Adriano un tempo era a tre fornici. Oggi della struttura è possibile ammirare soltanto uno dei fornici (quello centrale) e tre piloni. L’Arco è sito nei pressi dell’Anfiteatro Campano. La struttura serviva da ingresso alla città di Capua ed era sita lungo la via Appia. L’Arco di Adriano risale probabilmente a cavallo tra il I e il II secolo d.C., durante il governo dei Flavi. Il primo importante intervento conservativo e di restauro venne eseguito nel XIX secolo: nel corso della battaglia del Volturno il monumento aveva subito numerosi danni. Anche il secondo conflitto mondiale ha danneggiato in parte la struttura. L’Arco di Adriano è in laterizio; il rivestimento, ormai completamente rimosso, era in calcare bianco. All’interno di due nicchie è possibile ammirare la raffigurazione della Deposizione e dell’Annunciazione.

L'anfiteatro Campano



L’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere è uno dei più importanti anfiteatri romani giunti fino ai giorni nostri; in ordine di grandezza il monumento è più piccolo soltanto del Colosseo. Secondo alcuni studiosi l’Anfiteatro Campano fu il primo anfiteatro romano mai realizzato. La struttura ha subito nel corso dei secoli importanti danni: in epoca normanna parte del suo materiale costruttivo fu riutilizzato per realizzare il Castello delle Pietre e alcuni dei busti ornamentali, oggi chiavi di volta delle arcate del locale teatro. Un tempo all’ingresso dell’anfiteatro si poteva ammirare un’epigrafe, oggi custodita nel Museo Campano di Capua. L’epigrafe testimonia le origini del monumento. L’Anfiteatro Campano fu distrutto in modo importante dai saccheggiamenti dei barbari prima, dei Saraceni dopo. L’anfiteatro Campano ha pianta di forma ellittica; la capienza della struttura è vicina a quella del Colosseo.

Il castel Capuano



Il Castel Capuano di Napoli è tra le strutture difensive più antoche in città. oggi la struttura ospita la Sezione Civile del Tribunale di Napoli. Il Castello Capuano è sito nei pressi di Porta Capuana, punto di incontro cittadino lungo la strada che conduce a Capua. Alcuni recenti scavi archeologici hanno dimostrato che la struttura sorge sui resti di quello che un tempo era un Gymnasium romano, in seguito trasformato in cimitero. Il Castel Capuano fu realizzato nel XII secolo da Guglielmo I il Malo. L’architetto progettista fu il Buono. L’efficacia dimostrata dalle strutture difensive del Castel Capuano fece sì che fosse eletto come residenza dei sovrani normanni. I primi importanti lavori di restauro e trasformazione della struttura difensiva ebbero luogo per volere di Federico II, con lo scopo di rendere esteticamente piacevole una struttura che doveva comunque continuare a fungere alla difesa. Questi lavori furono commissionati a Giovanni Pisano, architetto angioino. Tra i personaggi illustri ospitati dal Castel Capuano bisogna ricordare Francesco Petrarca. Durante il periodo della dominazione aragonese, il Castel Capuano perse la sua importanza. A partire dal XVI secolo il Castel Capuano fu utilizzato per l’amministrazione della giustizia, prima come palazzo della giustizia, in seguito come prigione. All’interno della struttura furono realizzate importanti camere di tortura. L’ultimo importante intervento sul Castel Capuano fu effettuato nel XIX secolo, durante il quale venne profondamente modificato. Di interesse, all’interno della struttura, è soprattutto la Sala dei Busti.

La cappella Sansevero



La Cappella di Sansevero è stata realizzata in seguito al verificarsi di un evento miracoloso: un uomo innocente, condotto verso il carcere, passa dinanzi al giardino del Palazzo dei di Sangro; parte del muro di cinta crolla e gli appare l’immagine della Madonna. Il prigioniero fa voto di donare una lampada d’argento alla Vergine qualora fosse dimostrata la sua innocenza; l’uomo, una volta scarcerato, mantenne la promessa. La lampada divenne meta di pellegrinaggio e i fedeli cominciavano a rivolgersi a questa madonna ricevendo sovente grazie. Lo stesso duca Giovan Francesco di Sangro, gravemente ammalato, si rivolse in preghiera a questa madonna che lo fece guarire. In segno di riconoscenza il duca fece realizzare una cappella nel luogo nel quale era apparsa la prima volta la madonna. È ad opera della stessa famiglia di Sangro il primo ampliamento dell’edificio sacro, nel XVII secolo. la personalità che più di altre influenzò lo stile e la composizione armoniosa della Cappella Sansevero fu Raimondo di Sangro, noto per le sue chiare idee in termini di progetto iconografico, davvero completo in relazione a quella che è la totalità delle opere commissionate. La Cappella Sansevero è a navata unica, a pianta longitudinale. Di interesse doveva essere sicuramente il pavimento con il motivo a labirinto, del quale oggi soltanto una parte è visibile nei pressi della tomba di Raimondo di Sangro. Di interesse, all’interno del monumento, è il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, capolavodo d’arte.

L'ccademia di belle Arti di Napoli



L’Accademia di Belle Arti di Napoli è tra le più antiche istituzioni del suo genere in Italia, e costituisce il primo esempio in assoluto di accademia dell’Italia meridionale. L’Accademia è nata come “Reale Accademia di Disegno” La struttura, vista la sua importanza e la sua funzione di polo aggregatore di tutte le istanze artistiche del sud Italia, ha ospitato alcuni studenti “famosi” e importanti docenti. Molto interessante, all’interno dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, sono la Gipsoteca e la Galleria Regionale d’arte Moderna. La Galleria è nata principalmente per esigenze didattiche, e oggi ospita opere dal Cinquecento al Novecento di prestigio. È possibile, anche per i non allievi dell’Accademia, visitare questa importante galleria. Da vedere è anche la scelta di opere contemporanee, realizzate nell’ultimo cinquantennio. Di interesse artistico è anche l’edificio che ospita i locali dell’Accademia: la facciata è decorata con i busti che rappresentano importanti personalità legate all’accademia. All’edificio si accede tramite una scalinata ai cui lati è possibile ammirare due leoni in bronzo. L’edificio, costruito utilizzando il tufo giallo campano, si eleva per due piani.

lunedì 8 luglio 2013

Santuario di San Michele Arcangelo e Santa Maria del Monte



Il Santuario di San Michele Arcangelo e Santa Maria del Monte di Maddaloni è un edificio sacro di notevole interesse in città, costruito nel suo punto più alto. La prima chiesetta in zona fu realizzata in seguito ad un evento miracoloso: un giovane pastore della zona, attratto dalla possibilità di trovare pascoli più verdi, decise un giorno di portare il proprio gregge sulla cima del monte Maddaloni. Accortosi della presenza di un altro giovane che trasportava delle pietre, decise di aiutarlo. Solo dopo qualche giornata di lavoro lo sconosciuto lo informò di essere l’Arcangelo Michele e di desiderare l’erezione di una chiesetta sul luogo sul quale erano state ammucchiate le pietre. Secondo alcuni storici la storia del Santuario è legata alla presenza dei Longobardi in zona: è noto, infatti, che questi fossero particolarmente devoti all’Arcangelo Michele. Il Santuario è stato certamente rimaneggiato più volte nel corso dei secoli, ma dei vari interventi non ci sono giunte tracce. Il primo intervento documentato risale al XIX secolo, quando la struttura fu ampliata in modo importante. Gli interventi di restauro e di ampliamento sulla struttura si sono successi fino al secolo scorso

Museo degli Antichi Mestieri e della Civiltà Contadina





Il Museo degli Antichi Mestieri e della Civiltà Contadina di Maddaloni è sicuramente tra i complessi museali da visitare in città. La struttura vanta una completa e vasta collezione di reperti relativi ai mestieri del luogo, scomparsi sa tempo. Tra i mestieri trattati nel Museo vi sono quello del cestaio, sediaio, ramaio, produzione della riggiola. Il percorso museale ha l’obiettivo di trasformarsi in un laboratorio didattico permanente, per trasmettere alle nuove 

Il Museo Archeologico dell'Antica Calatia



Il Museo Archeologico dell’Antica Calatia è una delle più interessanti strutture museali di Maddaloni. Il Museo Archeologico raccoglie importanti reperti archeologici, provenienti dall’area abitata di Calatia, e dalle necropoli vicine. Il materiale proveniente dalle necropoli è particolarmente completo e ben conservato. I reperti archeologici rinvenuti sono testimonianza importante del periodo che va dal VIII secolo a.C. al III secolo d.C. L’esposizione museale ricostruisce in modo fedele i contesti tombali nei quali sono stati ritrovati i reperti; pannelli didattici e una postazione informatica informano i visitatori in merito a ciò che è esposto. Il Museo Archeologico dell’Antica Calatia è ospitato nel Casino Ducale Carafa, un edificio rettangolare a corte interna. Il Casino, realizzato nella periferia di Maddaloni, era utilizzato dai Duchi Carafa come luogo di caccia. Il percorso museale della struttura si snoda in cinque sale, differenziate per tematiche trattate. Molto apprezzate spono soprattutto le ricostruzioni delle tombe della quarta e quinta sala, ricostruzioni fedeli al ritrovamento da parte degli archeologi.

sabato 6 luglio 2013

Reggia di Caserta



La Reggia di Caserta, un tempo nota anche come Palazzo Reale di Caserta, è parte del Patrimonio dell’Umanità censito dall’UNESCO. Il complesso occupa uno spazio di più di 2 milioni di metri cubi, rendendolo di fatto la residenza reale più grande del mondo. La Reggia di Caserta fu realizzata per volere di Carlo di Borbone, desideroso di dare una degna sede di rappresentanza al regno di Napoli. la struttura doveva competere direttamente con la Reggia di Versailles. La capitale era però troppo vulnerabile, vista soprattutto la vicinanza con il mare, quindi si scelse come luogo di costruzione Caserta, abbastanza vicina a Napoli ma meno vulnerabile agli attacchi. Carlo di Borbone decise di affidare i lavori progettuali e di costruzione a Nicola Salvi, che rifiutò a causa di importanti problemi di saluti; si decise quindi per Luigi Vanvitelli, impegnato in alcuni progetti con lo Stato Pontificio.

Duomo di Caserta



Il Duomo di Caserta, sito nel centro storico medievale, è il principale edificio sacro della città. fu Cattedrale della diocesi di Caserta fino al 1841. Il Duomo è dedicato a Sam Michele Arcangelo e sorge nel borgo medievale di origine longobarda. La struttura fu realizzata a partire dal 1113, per volere del vescovo Rainulfo; probabilmente in loco era presente una preesistente chiesa longobarda. La consacrazione della struttura ebbe luogo nel 1153. Nel XIII secolo la struttura fu interessata da una seconda fase costruttiva, definita secondo gli stili gotici. Nel Cinquecento fu realizzata una cappella quadrata con copertura a cupola; la cappella fu addossata alla struttura della chiesa. Nel XVI secolo la struttura fu interamente rivista in stile romanico: fu rifatto tutto l’impianto decorativo e fu realizzato un soffitto piano in legno. Con molte probabilità, questi lavori realizzativi hanno danneggiato alcuni affreschi della chiesa originaria. Solo con i restauri del XX secolo la chiesa fu riportata all’originale aspetto romanico.

Belvedere di San Leucio



Il Belvedere di San Leucio è un complesso monumentale di Caserta. La struttura è considerata Patrimonio dell’Umanità assieme alla Reggia di Caserta e all’Acquedotto del Vanvitelli. Il Belvedere di San Leucio fu commissionato da Carlo di Borbone e poi successivamente ampliato ad opera di re Ferdinando IV. Sul Belvedere di San Leucio nacque una delle comunità illuminate del XVIII secolo: l’unica attività produttiva era quella della tessitura della seta; vi era una assoluta parità tra uomini e donne, la società era fondata principalmente sulla meritocrazia. Le ore lavorative erano 11, a differenza delle 14 del resto d’Europa. A ciascun abitante della colonia era assegnata una abitazione, dotata di acqua corrente e impianti igienici. Tutti i familiari di coloro che abitavano nelle seterie avevano diritto all’istruzione gratuita obbligatoria. Il progetto di ampliamento concepito da Ferdinando IV per la colonia di fatto non fu mai realizzato a causa dello scoppio della rivoluzione francese prima e dell’arrivo di Napoleone nell’Italia meridionale dopo. La colonia continuò ad avere vita propria fino all’Unità d’Italia, quando fu inglobata nel sistema statale.